La passione. Il filo conduttore della nostra giornata a PordenoneLegge.

Scrivere un libro vuol dire anche andarlo a presentare ai propri lettori, reali o potenziali. Significa mettersi in gioco e metterci la faccia, perché dal proprio “pubblico” arrivano o meno le conferme della bontà di quanto si è fatto.
Venerdì scorso siamo state invitate dagli organizzatori di Pordenonelegge a presentare il nostro libro “La storia dell’arte raccontata ai bambini”.

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Come nostra abitudine ci siamo preparate una scaletta, una spartizione delle parti e abbiamo definito un timing. E come ogni volta abbiamo deciso di lasciarci trasportare dalla magia dell’incontro con i bambini. Che poi di magia a Pordenonelegge ce n’è già un sacco di per sé: il centro di una città che si trasforma, si colora e ricorda in ogni angolo quanto sia meraviglioso immergersi nelle pagine di un libro.

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Sono stati tantissimi i bambini che nel corso della mattinata si sono seduti per terra nelle sale del Museo Civico d’Arte, arrivati chi a piedi, chi in corriera, chi in treno. Non sappiamo bene cosa si aspettassero, cosa le loro insegnanti avessero raccontato. Ma di fronte ai loro sguardi, alla loro straordinaria attenzione e alla loro curiosità abbiamo capito che il filo conduttore della nostra chiacchierata e del nostro laboratorio non poteva che essere uno: la passione. Quella che ha animato ognuno dei grandi artisti che avremmo presentato, ma anche la nostra, quella che mettiamo in ogni nostro progetto e in ognuna delle pagine che scriviamo. Quella passione che in ogni momento giustifica la fatica, gli inciampi e che è motore di ogni opera. Quella passione che fa capire che su ogni cosa si può cambiare punto di vista e che anche quello che apparentemente non ci piace o che pensiamo di non saper fare se viene guardato attraverso il filtro della passione può cambiare i suoi connotati. I “non so capace”, i “io non so disegnare”, i “l’arte non è il mio forte”, sono diventati dei “ci provo”, “non sono così male”, “ce la faccio anche io”.

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Quando ci viene chiesto perché facciamo questo lavoro, rispondiamo sempre che è perché crediamo che l’arte abbia a che fare con la nostra vita e che la possa rendere migliore. Quando poi ci allontaniamo dalle nostre scrivanie, dalla carta e dall’inchiostro e incontriamo i nostri giovani lettori abbiamo la conferma che quello che diciamo sia proprio vero. Non sappiamo cosa i bambini di Pordenone si siano portati a casa venerdì oltre ai fogli delle attività che hanno fatto con noi, ma sappiamo bene che la nostra passione è stata una volta di più alimentata dall’incontro con loro e che la strada che stiamo percorrendo ci rende felici.

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Se sei interessato ad acquistare il libro lo trovi qui:

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