La differenza tra insegnare e appassionare

Che la querelle sull’eliminazione dell’insegnamento della storia dell’arte dalle scuole ci abbia coinvolte e sconvolte è scontato.
Non sempre, però, le notizie che vengono dal “mondo scuola” sono negative. Certo, bisogna abbandonare il “generale”e andare a scovare nel “particolare” per vedere. E gioire.

Numero Quattro, secondo anno di scuola dell’infanzia, ha una maestra appassionata di arte contemporanea. Appassionata davvero. E animata da quel sacro fuoco della trasmissione (… ah, come la capiamo!) e della condivisione da saper infiammare la creatività dei suoi alunni in modo straordinario.
Il giorno in cui Numero Quattro, sulla strada di casa, parlava con Numero Tre di “Gustave”pensavo si riferisse al figlio di un’amica. Quando poi, però, mi ha chiesto delle “lastrine d’oro”da incollare sul disegno per fare come Gustave, ho capito che si trattava di qualcun altro. Con un metodo di grande efficacia, “La Ila” (come la chiamano i bambini), racconta la storia dell’artista, fa vedere immagini delle opere, suggerisce un tema vicino alla realtà dei piccoli artisti, li fa lavorare “alla maniera di…” e, alla fine della settimana, allestisce nei corridoi un’esposizione dei capolavori. Il tutto corredato da una scheda didattica comprensibile ed esaustiva. Come sarebbe bello trovarne di simili in tutte le mostre!
E’ meraviglioso vedere come il messaggio lanciato passi nelle testoline e nei cuori dei bambini, risvegliando in loro una grande curiosità per i vari artisti.
Inutile dire che Numero Quattro, caratterizzato da forte senso di immedesimazione, da un paio di mesi a questa parte mi ha ripetutamente chiesto di modificare il suo nome: Gustave, Jackson, Lucio, Alexander, Wassily…

Per fortuna che, a dispetto di quanto decidano illuminati ministri e consiglieri, ogni giorno si possono trovare tante (spero!) insegnanti come “La Ila” che, con passione e impegno accompagnano i nostri bambini nella scoperta del meraviglioso mondo dell’arte.

Incontrare Kandinsky a scuola

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