La vigna di Leonardo

Una volta che ho preso il via diventa assai difficile fermarmi. Anche oggi ho una vera “chicca “ di cui scrivere, in qualche modo un regalo di Expo.

Se vi è capitato di passare da Corso Magenta, proprio sul lato della basilica di Santa Maria delle Grazie, avrete certamente notato una casa con la facciata di mattoncini rossi e dall’aria molto, molto antica. E’ la casa degli Atellani. Io, che sono una grande curiosona, ogni volta che ci passo davanti e il portone è aperto butto dentro un occhio nella speranza di poter vedere qualcosa. Ma vi rendete conto?  In quella casa ha vissuto, con molta probabilità, niente popò di meno che Leonardo da Vinci e, nel suo giardino, si trovano le vigne del grande genio.

Questa mattina la mia curiosità è stata ampiamente saziata. Dal 1 maggio e fino alla fine di Expo, la casa e i suoi giardini sono aperti ai visitatori, tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00.  Confesso di essere stata molto fortunata perché nella visita mi ha accompagnato Jacopo Ghilardotti, storico e bravissimo libraio, che ha appena finito di scrivere un volume proprio su questo posto meraviglioso.

La casa, all’origine costituita da due edifici, viene regalata da Ludovico il Moro alla famiglia degli Atellani, suoi fedelissimi sostenitori, nel 1490. Il buon Ludovico aveva avuto un’idea molto moderna per la sua epoca: aveva deciso di creare un quartiere residenziale, compreso fra il Castello a quella che oggi è via San Vittore, nel quale far prendere dimora a tutti suoi alleati. Nel 1499 poi Ludovico regala a Leonardo, forse per ringraziarlo di tutti i suoi servigi e forse anche per farsi perdonare di non avergli permesso di portare a termine tante opere, una vigna di sedici “pertiche” ( l’equivalente di un ettaro), situato proprio sul retro della casa degli Atellani. Immaginate quanto doveva essere stato contento il buon da Vinci di un simile dono. Lui, figlio di vignaioli, possedeva una vigna tutta sua, proprio a Milano! Doveva avere un forte valore affettivo, visto che risulta essere uno dei due beni che mette nel suo testamento. La casa e la vigna passano nel corso dei secoli nelle mani di vari proprietari. Nel 1919 la compra Ettore Conti, un industriale “illuminato” (nel vero senso della parola: costruiva centrali elettriche!), che decide di affidare a suo genero Piero Portaluppi, architetto a dir poco geniale, il rifacimento della casa. Si racconta che la moglie del Conti quando vide la casa per la prima volta rimase letteralmente sconvolta dallo stato pietoso in cui si trovava: il marito, però, la rassicurò dicendole “stai tranquilla, ci vivrai da regina!”. E aveva proprio ragione!Oggi possiamo visitare solo il cortile e alcune stanze della casa, ma, vi assicuro che la bellezza è stratosferica! Il Portaluppi ha fatto un intervento straordinario, assolutamente personale, togliendo tutto ciò che non gli piaceva o non serviva (“le case non sono dei sepolcri, devono essere abitate”, diceva) e ridando valore o trasformando quanto era di suo gusto. Soffermatevi durante la visita sul cortile d’ingresso e sugli affreschi dipinti in occasione del matrimonio di Francesco II Sforza e di Cristina di Danimarca (lo sapete che le cicogne sono di buon augurio per la coppia di sposi?). Osservate la bellezza della sala dello zodiaco, perfetta unione di conservazione di alcuni elementi e di creazione di altri. E che dire poi della stanza dei ritratti di Bernardino Luini?  Gli Atellani avevano voluto rendere omaggio ai loro signori chiedendo al Luini di ritrarre tutta la dinastia sforzesca. Quelli che vediamo, però, non sono gli originali che si trovano al Castello Sforzesco, ma delle copie fatte fare dal Portaluppi.

Pensate che tutta la ristrutturazione della casa venne completata in soli tre anni. Non a caso il motto dell’architetto era “faire sans dire”, cioè fare senza perdere troppo tempo in chiacchiere! Se vi guardate ben intorno troverete la frase scritta anche sui muri (anche in latino!).

Dalla stanza dei ritratti si acceda al meraviglioso giardino: è qui che, in fondo, si trova la vigna di Leonardo. Ma come facciamo ad essere sicuri che sia proprio la sua? Nel 1920, Luca Beltrami, grandissimo studioso dell’artista, aveva fatto un sacco di ricerche e, dopo aver scoperto che proprio qui si trovava la vigna, aveva fatto delle fotografie. Grazie alla sue immagini e ai suoi scritti, in tempi più recenti non solo se ne è identificata la giusta posizione ma, studiosi dell’Università di Scienze Agrarie, sono riusciti a identificare il vitigno preciso. Leonardo coltivava malvasia di candia aromatica che dava origine a un vino di grande piacevolezza per il palato degli intenditori. Oggi quella stessa vigna è stata ripiantata e, con grande pazienza e passione, se ne attendono i frutti.

Ve lo assicuro, è meraviglioso poter entrare in un luogo così ricco di storia e al contempo così vivo. Datemi retta, non perdete quest’occasione unica.

P.S.: I giocattoli che vedete nel giardino non appartenevano a Leonardo: sono dei bambini dei fortunati proprietari di questo luogo meraviglioso!

Casa degli Atellani e Vigna di Leonardo
Corso Magenta 65, Milano
Per informazione leggi qui.

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