Un libro tutto mio

L’altro giorno, quando orgogliosamente sono tornata a casa con una copia del “La mia Milano”, Numero Uno mi ha chiesto quando scriverò un libro TUTTO MIO.

– Perché me lo chiedi?
– Beh, perché penso che sia più gratificante vedere sulla copertina SOLO IL TUO NOME…
– Non lo so, forse un giorno, ma non è una cosa che mi interessi così tanto…
– Contenta tu!
E, in perfetto stile tredicenne, se ne è andata in camera sua.

Ecco, vedi, cara Numero Uno, il fatto è che, una delle cose che più adoro del mio lavoro, è che ogni giorno mi permette di entrare in contatto con delle persone straordinarie. E per me il contatto con gli altri, la condivisione delle passioni, degli sforzi, dei successi e delle sconfitte è la cosa più importante della vita. Non mi stanco mai di dirlo: se fossi nata negli anni ’70 sarei sicuramente andata a vivere in una comune (cosa che continua ad essere il mio sogno recondito). Io adoro FARE insieme agli altri, IMPARARE dagli altri, CRESCERE con gli altri. Vedere sui banchi delle libreria “La mia Milano” non mi riempie di orgoglio e non mi fa sentire brava. Quel libro è per me la storia dell’amicizia con Martina, il consolidamento del nostro “matrimonio professionale”, il coronamento dell’incontro fatto un anno fa con Sabrina, alla Fiera del Libro di Bologna, davanti a un trancio di pizza. E’ la storia delle nostre peregrinazioni per Milano alla ricerca della curiosità da raccontare o del “punto di vista”da proporre. E’ la storia delle mille risate e degli esperimenti delle attività da proporre ai nostri lettori (e se sono riuscita io a costruire l’aereoplanino, giuro che ci possono riuscire anche i bebè).
Forse no, Numero Uno, non penso che scriverò un libro tutto mio, ma mi auguro di firmarne ancora tanti a quattro, sei, otto mani. E spero che ognuno di essi porti con sé una VALIGIA (sì, proprio come quella che abbiamo messo sulla copertina della guida) piena di esperienze, ricordi ed emozioni che pagano molto, ma molto di più di qualsiasi altra cosa.