Imprevisti al museo
Regola numero 1: non dare mai niente per acquisito una volta per tutte.
Reduce dalle ultime esaltanti esternazioni dei Fantastici Quattro, decido di andare a vedere insieme a loro la mostra Van Gogh/ Artaud in programma dall’11 marzo al 6 luglio al Musée d’Orsay. Mi organizzo in modo ineccepibile in modo da non dover fare sopportare la fila chilometrica all’entrata, comincio a raccontare la storia di Van Gogh a casa, mi preparo fogli e matite colorate e mi avventuro.
Il fatto che migliaia di persone abbiano avuto la mia stessa idea e che il Museo assomigli veramente alla stazione ferroviaria che era, alla vigilia della partenza per le grandes vacances, di certo non aiuta.
Facendoci spazio fra le gambe di quei simpatici visitatori che si piazzano con la loro audio-guida per dieci minuti davanti a un quadro e ai gruppi di americane sovrappeso, cerco di raccontare un po’ della vita del buon Vincent, del suo rapporto con il fratello Theo (chissà mai che non si sentano un po’ coinvolti…), dell’amicizia conflittuale con Gauguin (Numero Tre e Numero Quattro si sono fatti ripetere almeno venti volte la storia del taglio del lobo dell’orecchio…) , del Dottor Guichet che lo curava e collezionava i suoi quadri, del Père Tanguy che aiutava tutti i pittori regalando loro i colori… E poi non trascuro (con i termini più semplici del mondo, lo giuro!) qualche informazione sulla tecnica.
Mi sento molto fiera di me stessa e della mia prole. Errore! Dopo meno di un quarto d’ora, dopo sbuffi vari che cerco di ignorare, con un tono di voce decisamente poco adeguato a uno spazio espositivo, alternativamente in italiano e in francese in modo da essere capiti dalla maggioranza dei presenti, colleziono i seguenti commenti:
- Devo fare la pipì, subito, altrimenti me la faccio addosso (Numero Quattro)
- Portami subito fuori di qui che devo andare ad arrampicarmi sul muretto con le statue (Numero Tre).
- Dov’è il bookshop? (Numero Due che trova sempre qualcosa da comprare)
- Mi fa male la testa: soffro di claustrofobia. (Numero Uno).
Come dire? Non tutte le ciambelle riesco col buco.
Lidia April 22, 2014 Blog, Mamma & kids, Mostre & Eventi